Bollettino Monsanto: conclusioni

A tre mesi dall'uscita, le critiche su The Monsanto Years si confermano quantomai in disaccordo. Metacritic ha raccolto 31 recensioni i cui voti vanno da 2 a 10 con tutte le sfumature intermedie: 10 rientrano nel range positivo (6,1-10), la maggior parte ovvero 19 nel range intermedio basso (3,1-6) e soltanto 2 in quello fortemente negativo (1-3). Il voto medio è passato dal bollino giallo di luglio a quello verde, con una rosicatissima sufficienza: magra consolazione.
Lee Zimmerman di PopMatters dice: "Sebbene il messaggio talvolta tenda a sopraffare la musica, l'album è lungi dall'essere l'accozzaglia inascoltabile come affermano certi critici".
In termini di classifiche e di vendite, l'album segue la media in calo tanto di Young quanto del generale mercato discografico. Certo, si nota la differenza tra le 100 mila copie circa vendute nella prima settimana da Americana e Psychedelic Pill, album di un paio d'anni fa subito "pompati" dalla critica (vuoi anche per il ritorno in pista dei Crazy Horse), e le 40 mila circa di Storytone e The Monsanto Years, che hanno avuto un'accoglienza fredda e, nel caso di quest'ultimo, compromessa (il veto dei passaggi radiofonici). 100 mila copie, Monsanto le ha raccolte nella sua totalità ad oggi.
Di sicuro (e non è storia nuova per Young) si parla a gran voce dell'album: se Neil solleva un polverone, il risultato è comunque interessante. Il Rebel Content Tour, poi, dimostra ancora una volta che i due lati studio & live di Neil Young non vanno sempre (forse quasi mai) a braccetto, e quello live dimostra sempre grandi potenzialità anche nelle idee più nuove e controverse. Attendiamo con ansia la seconda parte del tour prevista per ottobre.


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